Cartografia storica a Venezia
Ancorché affascinante, non è compito di questo Atlante proporre o riproporre una cartografia storica di Venezia, se non per illustrare alcune trasformazioni, alcuni passaggi logici tra l'essere laguna di un tempo e l'essere laguna oggi17. Altri libri e mostre lo hanno fatto, a partire dall'ultima sistematica opera, risalente agli anni '30, rappresentata dalle serie monografiche curate da Magrini sotto il titolo generale La laguna di Venezia18. Parecchi anni dopo, nel 1970, è stato pubblicato il catalogo della Mostra storica della Laguna Veneta19, e una decina di anni fa il volume che raccoglie alcuni risultati del progetto UNESCO Ecosistema lagunare veneziano e che presenta oltre 600 tavole a colori della Laguna di Venezia20. Nel 2003, infine, è uscito il volume contenente la schedatura completa di tutte le mappe conservate presso il Museo Correr che hanno a soggetto la Laguna di Venezia21. Questo Atlante non ripropone una "Carta Tecnica", che riporti le fattezze aggiornate della laguna; il compito è di altri, che lo sanno fare molto meglio di noi. L'Atlante si inserisce storicamente nella cartografia della laguna non per qualità antologiche, ma perché propone una collezione di carte tematiche ambientali. Per alcune carte contenute in questo Atlante si è ricorsi all'uso della cartografia storica per suddividere la laguna in sottoinsiemi storici, geografici, ecologici, cioè in aree con forti caratteristiche comuni, utilizzate sia per il confronto con le ricerche passate sia per le nuove indagini e interpretazioni. L'Atlante vuole superare la valenza di supporto cartografico neutro, per proporsi come un prisma che scompone la realtà ambientale e ne mostra i colori, le sfaccettature. Mostra, certo, sfaccettature riportate nelle carte topografiche classiche, quali le batimetrie - e le riporta come utile strumento di comparazione con le situazioni passate - ma propone anche mappe di biodiversità, mappe sedimentologiche, divieti di velocità, zone di protezione speciale. Confrontando i tratti ambientali di una certa zona con quelli di un'altra, il lettore si può porre degli interrogativi sulle scelte pianificatorie, sui vincoli e sulle licenziosità amministrative. Il confronto con il passato rimane però uno degli obiettivi dell'Atlante: la stessa realizzazione del volume, con il suo potere di testimoniare uno status quo, si pone come pietra di paragone per le situazioni future. Mentre stiamo completando quest'opera già si lavora alle sue integrazioni future ed ai suoi sviluppi. Uno di questi è sicuramente l'analisi comparata delle trasformazioni territoriali. Un'altra è la ricostruzione dell'uso del territorio tramite la toponomastica. Un noto toponimo dal nome poetico come Palude della Ròsa non è che una distorsione di Palude della Róza (toponimo ancora riportato nella cartografia austriaca ed ancora così pronunciato dagli abitanti di quei luoghi) ed il Boerio22 ci dice che Roza significa Roggia, canale che porta l'acqua ai mulini. La presenza di antichi acquimoli nella zona ci è confermata da altri toponimi quali "Dosso dei Molini" e "Rame de la Farina", nomi presenti ormai solo nella memoria dei pescatori, ma che L'Osservatorio Naturalistico della Laguna si ripropone di recuperare attraverso l'Atlante. La presenza di acquimoli non ci indica solo un costume passato, una tecnologia forse a torto ritenuta obsoleta, ma narra di condizioni ambientali passate e talora inaspettate. Citiamo di nuovo Farinelli, dal suo saggio23 inserito nell'Atlante dei tipi geografici dell'Istituto Geografico Militare, essendo d'accordo sul fatto che se il compito di un Atlante era "quello di tematizzare e problematizzare le "tracce topografiche" dell'uomo e della natura in cerca di un loro senso", oggi è necessario rovesciare in un certo modo l'impostazione e "partire dalle immagini cartografiche relative al passato per appurare le tracce ideali che esse hanno lasciato nella nostra mente e nella nostra maniera di concepire la realtà".

[17] «Nonostante il mio ardente amore per Venezia la laguna veneziana sarebbe per me rimasta una curiosità, estranea, bizzarra, incompresa, se una volta, stanco di fissarla come un idiota, non avessi diviso per otto giorni e otto notti la barca e il pane e il letto di un pescatore di Torcello. Ho remato lungo le isole; ho camminato coi piedi nell’acqua per le brune barre di foce, col retino in mano; ho imparato a conoscere l’acqua, flora e fauna della laguna; ho respirato e osservato la sua aria particolarissima; e da allora mi è familiare ed amica». (Hermann Hesse, Dall’Italia). ritorna
[18] Magrini G., 1933. ritorna
[19] AA.VV., 1970. ritorna
[20] Caniato G., Turri E., Zanetti M., 1995. ritorna
[21] Baso G., Scarso M., Tonini C., 2003. ritorna
[22] Boerio G., 1998. ritorna
[23] Farinelli F., 2004, cit. ritorna