Salinità:è la quantità di sali disciolti in un certo volume di acqua. La salinità media dell’Adriatico è di circa il 37 per mille (37 grammi di sale per un litro d’acqua), per il mare in genere si parla di 35 per mille. Un’acqua con un contenuto salino inferiore a quello del mare è detta ipoalina (o iposalina), un’acqua che ne contenga di più è detta iperalina (o ipersalina).
Salmastra:acqua a salinità diversa da quella di mare, generalmente inferiore (in inglese brackish).
Sedimento (sedimentazione):deposito, sul fondo, di un insieme di particelle solide in sospensione nelle acque fluviali e marine. Accumulo di detriti minerali e di materiali provenienti dal disfacimento di rocce preesistenti.
Silicato:minerale cristallino costituente gran parte delle rocce sedimentarie e metamorfiche e tutte le rocce eruttive.
Simbiosi:relazione in cui due organismi vivono a stretto contatto con vantaggio reciproco.
Sinantropico:che vive a stretto contatto con l’uomo.
SIT (Sistema Informativo Territoriale):acronimo italiano corrispondente all’anglosassone GIS. Usato spesso in senso più lato come sistema informativo, ovvero come insieme di apparecchiature, procedure e persone che hanno il compito di raccogliere, organizzare, selezionare, archiviare e comunicare i dati riguardanti l’attività di un’organizzazione. Suo obiettivo è quello di supportare le decisioni, principalmente inerenti la pianificazione, le politiche del territorio e lo sviluppo sostenibile.
Sizigie, marea:dette anche maree sizigiali; si sviluppano in condizioni di allineamento (congiunzione e opposizione) tra sole e luna, durante la luna nuova e la luna piena. Sono le maree che portano le acque al più alto livello durante il flusso e al più basso durante il riflusso.
Sostanza organica o materia organica:tutto il materiale che proviene o è prodotto da organismi viventi in diversa fase di decomposizione.
Sostenibilità:vedi Sviluppo sostenibile.
Specie accompagnatrici:sono le specie presenti nel biotopo in esame, ma in modo non esclusivo.
Specie caratteristiche esclusive:sono le specie localizzate esclusivamente in un determinato biotopo indipendentemente dallo loro abbondanza o dominanza.
Specie caratteristiche preferenziali:sono le specie che prediligono il biotopo in questione. Possono trovarsi anche in altri biotopi, seppure in maniera meno abbondante: in questi casi assumono il significato di semplici specie accompagnatrici.
Specie igrofila:specie che vive in habitat umidi.
Specie microterme:specie che prediligono le basse temperature.
Specie psammofila:specie di pianta o animale che predilige suoli sabbiosi.
Specie svernante:specie migratrice che passa l’inverno in un luogo.
Stenoecio:che può vivere in un limitato spettro di condizioni ambientali. Opposto a Euriecio.
Subsidenza:progressivo abbassamento locale del suolo o, più a grande scala, della piattaforma continentale o del fondo marino che tende a cedere a causa del peso dei sedimenti che vi si accumulano e del continuo movimento della crosta terrestre. Può essere dovuto a cause naturali quali il compattamento dei suoli alluvionali e la deformazione tettonica degli strati più profondi della crosta terrestre, la compattazione dei sedimenti geologicamente più recenti, il collasso di cavità sotterranee, gli assestamenti per eventi sismici. Può essere dovuto anche a cause antropiche quali l’estrazione di fluidi dal sottosuolo, in generale agli emungimenti di acqua dalle falde acquifere sotterranee e di idrocarburi.
Subtidale:infralittorale, che si trova al di sotto del livello delle maree più basse.
Suolo:il suolo potrebbe essere definito come uno strato che ricopre la litosfera attraverso il quale avvengono scambi con l’atmosfera, l’idrosfera e la biosfera. È una formazione naturale di superficie e spessore variabile, derivante dalla disgregazione fisica, dalla decomposizione chimica e biologica della roccia madre (sub- pedogenetico) e dei residui vegetali (lettiera). La degradazione meteorica delle rocce rappresenta il fattore principale del primo stadio di formazione di un suolo: essa raggruppa tutti i processi di degradazione chimico- fisica cui sono soggette normalmente le rocce di affioramento e che variano al variare del clima e della composizione della roccia stessa. In particolare, processi di alterazione fisica prevalgono in regioni dal clima arido, mentre quelli di alterazione chimica dominano soprattutto nelle regioni umide. L’attività biologica contribuisce alla disgregazione della roccia, soprattutto attraverso quegli organismi detti “pionieri”, che a loro volta costituiscono biomassa degradabile da altri tipi di microrganismi. Le biocenosi individuabili in un suolo sono tra i più diverse e complesse e proprio la complessità di queste ultime e la presenza di importanti meccanismi di feedback (retroazione) permettono la stabilità ed i processi evolutivi, e sono indice di “buona” salute di un suolo e ne assicurano la stabilità. (Vedi anche pedogenesi).
Svernamento:l’azione di fermarsi in un luogo da parte di una specie migratrice.
Sviluppo sostenibile:il concetto di Sviluppo Sostenibile fu coniato essenzialmente nel 1987 dalla Commissione Mondiale per l’Ambiente e Sviluppo (World Comission on Environment and Development), detta Commissione Bruntland per il nome della sua Presidente. Il concetto fu così definito nel rapporto finale, “Our Common Future”: «Sviluppo sostenibile è quel modello di sviluppo che soddisfa le necessità presenti senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le sue» (World Comission on Environment and Development, 1987). Il concetto di Sviluppo Sostenibile nasce dal riconoscimento che i problemi di politica ambientale, economica e sociale non possono essere affrontati separatamente. Il concetto dello sviluppo secondo cui si devono affrontare i problemi ambientali dopo che è stato raggiunto lo sviluppo economico e sociale non ha funzionato; sono emerse delle necessità di integrazione. Le diverse correnti di pensiero insistono tutte su due punti chiave delle politiche: – il concetto di gestione ecologica dello spazio ambientale – ovvero dell’insieme di conservazione della natura, mantenimento della qualità degli ecosistemi e dei geosistemi e gestione delle risorse ambientali sotto il limite della loro capacità di rigenerazione; – il concetto di giustizia sociale dello spazio ambientale – ovvero la tutela delle generazioni future, che si poggia su principi etici di equità tra tutti gli esseri umani viventi e futuri.
Tanatocenosi:l’assieme di resti non decomponibili di organismi accumulati nello stesso luogo dopo la loro morte ed attualmente presente in un determinato strato roccioso o sedimentario. In una tanatocenosi possono essere associate spoglie di organismi di habitat diverso, a differenza di quanto accade in una biocenosi, sepolti dallo stesso evento. Lo studio della tanatocenosi permette di trarre utili informazioni sulle condizioni ambientali che esistevano all’epoca in cui vivevano quegli organismi.
Taxon (plurale taxa):termine che indica una categoria sistematica di qualsiasi grado (p. es., genere, specie, famiglia), considerata all’interno del sistema di nameificazione gerarchico degli esseri viventi.
Tessitura:in geologia è la proprietà che descrive le dimensioni granulometriche (vedi Granulometria) delle singole particelle che compongono una roccia sedimentaria.
Torba:materiale di origine vegetale, in larga misura organico, che si forma in bacini idrici di varia natura ed estensione, oppure in ambienti molto umidi, per effetto di una incompleta trasformazione di residui vegetali in condizioni di saturazione idrica e conseguente anaerobiosi (vedi anaerobico). Gli ambienti naturali dove normalmente si accumula la torba prendono il nome di torbiere.
Tributario:affluente di un fiume maggiore o immissario in un lago o in una laguna.
Trofia:il livello di trofia di un ambiente acquatico è dato dalla quantità di nutrienti che in esso si trovano. Un ambiente può essere quindi oligotrofico se ha pochi nutrienti, mesotrofico, eutrofico, ipertrofico o distrofico.
Troposfera:strato di atmosfera che si estende dalla superficie terrestre fino alla tropopausa, da un minimo di 8 km (ai poli) a un massimo di 15 km (all’equatore). È lo strato nel quale si verificano i fenomeni atmosferici (fronti, nubi, temporali, ecc.) che costituiscono il tempo. 0